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Lui & Lei

Tra le dune delle Canarie


di Membro VIP di Annunci69.it MrLicker
12.09.2024    |    870    |    0 4.0
"Lei abbassò lo sguardo, ma solo per un istante, mentre dentro di lei un brivido caldo si faceva strada..."
Il sole si appoggiava pigramente all'orizzonte, allungando le ombre sulle dune di Fuerteventura. Il vento caldo portava con sé il profumo del mare e il sussurro delle onde, un sottofondo perfetto per un pomeriggio che si spegneva lentamente. La spiaggia nudista, nascosta e selvaggia, sembrava appartenere solo a chi aveva il coraggio di scoprirla.
Lei avanzava con passo lento, godendosi la sensazione della sabbia calda sotto i piedi nudi. Il corpo libero, la pelle che brillava di una sottile patina di sudore, come una seconda pelle di seta. Ogni movimento era una danza spontanea, una celebrazione silenziosa della sua libertà ritrovata. I capelli sciolti le ricadevano sulle spalle, mossi dalla brezza marina, e i suoi occhi si perdevano all’orizzonte, finché non incrociarono quelli di un uomo disteso poco più avanti.
Lui la osservava da dietro occhiali scuri, il corpo disteso con un’aria apparentemente rilassata, ma ogni muscolo era pronto, teso, come una corda di violino. Il gioco era iniziato senza parole: un incrocio di sguardi, un lampo di desiderio che bruciava nell’aria, invisibile ma palpabile. Lei abbassò lo sguardo, ma solo per un istante, mentre dentro di lei un brivido caldo si faceva strada. C'era qualcosa di pericolosamente invitante in quella presenza sconosciuta, un richiamo che non riusciva a ignorare.
Si avvicinarono lentamente, come animali che si studiano, entrambi consapevoli del confine sottile tra desiderio e audacia. Lui si alzò in piedi, il corpo nudo in tutta la sua sicurezza, e fece un passo verso di lei. Ogni centimetro di pelle esposta sembrava parlare una lingua segreta, fatta di sfide e promesse non dette.
Quando furono vicini, il silenzio si spezzò con un respiro trattenuto. Lui allungò una mano, sfiorando il fianco di lei con le dita come se stesse dipingendo un’opera d’arte vivente. Lei chiuse gli occhi, lasciando che quel tocco leggero come una piuma accendesse un fuoco sotto la pelle. Le sue dita continuarono a esplorare, salendo lungo la curva del fianco, tracciando ogni piega, ogni curva, con la lentezza di chi assapora ogni istante.
Lei si lasciò guidare da quelle mani sicure, il respiro che si faceva più rapido mentre lui si avvicinava con le labbra. Quando finalmente le sfiorò il collo con un bacio, lei sentì un’ondata di calore scenderle lungo la schiena. Le sue labbra si muovevano con una delicatezza studiata, mordicchiando la pelle, scendendo piano fino alla spalla, mentre le mani si spostavano sui seni, accarezzandoli con la punta delle dita in cerchi lenti e provocatori. Lei trattenne un gemito, e lui sorrise contro la sua pelle, divertito da quel suono che aveva voluto provocare.
Senza fretta, le sue labbra tracciarono un percorso verso il basso, scivolando lungo la curva del collo di lei, indugiando sui punti dove la pelle era più sensibile, come se volesse assaporare ogni respiro trattenuto. Lei inclinò la testa all'indietro, chiudendo gli occhi, perdendosi in quella cascata di baci e morsi leggeri che le incendiarono i sensi. La bocca di lui scese piano, quasi a voler prolungare il momento all’infinito, passando sulla clavicola, mordendola delicatamente, per poi proseguire lungo il seno.
Le sue labbra si fermarono intorno a un capezzolo, catturandolo tra le labbra con una pressione lenta e calcolata, succhiando e rilasciando in un ritmo che pareva studiare ogni reazione di lei. Leccava e assaporava, disegnando piccoli cerchi con la lingua, mentre le dita dell'altra mano sfioravano l'altro seno, pizzicando e accarezzando, in un gioco di sensazioni contrastanti che la fecero gemere sottovoce. Lei sentiva la tensione crescere, ogni movimento di lui la faceva fremere di desiderio, come se il corpo non riuscisse a contenere tutta quella passione.
Quando lui si spostò ancora più in basso, baciandole il ventre, lei inarcò la schiena, offrendosi completamente a quel tocco che le provocava brividi lungo tutta la pelle. Le labbra di lui esploravano ogni curva, indugiando sull’ombelico, leccando con lentezza esasperante, mentre le mani si muovevano lungo i suoi fianchi, salendo e scendendo, disegnando linee immaginarie sulla pelle tesa. Era un’esplorazione metodica, uno studio dei dettagli, come se volesse imparare ogni centimetro di lei a memoria.
Ogni sfioramento era un sussurro, ogni bacio un’intima confessione di desiderio. Lei lo guardava attraverso le ciglia socchiuse, trattenendo il respiro ogni volta che lui sembrava fermarsi, solo per poi ricominciare da un altro punto, in un crescendo di piacere. Quando la sua lingua tracciò una linea lenta e umida lungo il fianco, lei sentì il corpo vibrare, un’ondata di calore che partiva dal basso ventre e si irradiava verso l’alto, costringendola ad aggrapparsi ai suoi capelli, tirandolo con una delicatezza che era metà richiesta, metà supplica.
Lui obbedì, continuando a scendere, prendendosi il suo tempo, esplorando ogni anfratto con una lentezza che sembrava non avere fretta di arrivare alla destinazione finale. Le sue mani si posarono sulle cosce di lei, separandole appena, e le sue labbra scesero ulteriormente, baciando la pelle interna con una dolcezza che contrastava con la tensione palpitante tra di loro. Ogni bacio era lento, profondo, una promessa non detta che amplificava l’attesa. Ogni volta che le sue labbra sfioravano una nuova area, il respiro di lei si spezzava in piccoli sospiri, mentre le dita di lui continuavano a esplorare, a scoprire con tocco leggero i punti dove il piacere era più intenso.
Quando finalmente la sua bocca raggiunse la sua meta, leccò con una lentezza esasperante, lasciando che ogni movimento della lingua fosse un invito a lasciarsi andare, a cedere completamente a quel momento.

Lei si sciolse sotto di lui, i fianchi che si muovevano seguendo un ritmo primordiale, incontrollato, e i gemiti che le sfuggivano dalle labbra erano la risposta a ogni stimolazione. Il respiro si fece corto e affannoso, i movimenti più intensi e disperati, come se il suo corpo stesse cercando di raggiungere un confine invisibile. Ogni leccata, ogni sfioramento delle dita di lui la avvicinavano sempre di più a quel punto di non ritorno, e l’aria intorno sembrava vibrare di elettricità.
Lui intensificò il ritmo, le sue labbra e la lingua si muovevano in un crescendo che non lasciava spazio al controllo. Il suo respiro contro di lei era caldo, umido, mentre ogni movimento diventava più deciso, più affamato. Lei si aggrappò a lui, le unghie che scavavano leggermente nella sua pelle, un gesto che era un misto di piacere estremo e bisogno di aggrapparsi a qualcosa di tangibile mentre il resto di lei si perdeva in sensazioni impossibili da contenere.
I gemiti di lei si fecero più profondi, più rotti, e il suo corpo si inarcò sotto di lui, i muscoli che si contrassero in un’onda di piacere crescente. La tensione accumulata sembrava implodere da ogni fibra del suo essere, in una pulsazione che correva dalle dita dei piedi fino alla testa, attraversando ogni nervo in un lampo di puro piacere. Lui non smise un istante, aumentando la pressione della lingua, variando i movimenti come un maestro che conosceva perfettamente il ritmo di quel corpo che tremava sotto di lui.
Lei sentiva il proprio controllo sfuggirle di mano, il piacere che montava sempre più forte, come un’onda inarrestabile pronta a travolgerla. Ogni fibra del suo corpo sembrava concentrata in quel punto, ogni respiro si fermava e riprendeva in un susseguirsi irregolare che la faceva avvicinare sempre più al bordo dell’orgasmo. I suoi gemiti si trasformarono in un crescendo incontrollabile, le mani che lo stringevano sempre più forte, i fianchi che si muovevano di loro volontà, cercando di incontrare ogni singola leccata, ogni bacio come se da quello dipendesse la sua esistenza.
L'orgasmo la colse in un'esplosione improvvisa e travolgente. Un’ondata di piacere che la attraversò come una scossa elettrica, facendole perdere ogni senso del tempo e dello spazio. Si irrigidì, poi si sciolse completamente, il corpo che tremava sotto l’intensità del momento. I suoi gemiti divennero grida soffocate, un suono che riempì l’aria tra le dune, misto al fruscio del vento e al respiro accelerato di lui, che non smise di stimolarla fino a quando non la sentì cedere del tutto.
Il piacere era così acuto da sembrare quasi troppo, un confine sottilissimo tra estasi e vulnerabilità, e mentre il corpo di lei si contraeva in una serie di spasmi incontrollabili, sentì l’euforia dilagare come una marea, travolgendo ogni cosa. Lui rimase lì, attento e partecipe, assaporando ogni reazione, ogni movimento involontario di lei, come se fosse parte di quel culmine tanto quanto lei stessa. I loro respiri si mischiarono, il suo volto ancora posato tra le sue cosce mentre i tremori lentamente si placavano, lasciando spazio a una calma dolce e appagante.
Lei, ancora avvolta nei postumi dell’orgasmo, si sollevò appena, spingendo lui a risalire lungo il suo corpo, con un desiderio di sentirlo più vicino, più profondo. Lui la prese per i fianchi, i corpi che si incastrarono perfettamente l’uno contro l’altro, e con un movimento deciso si spinse dentro di lei, senza preavviso, in un gesto che li fece entrambi sussultare. Il piacere si rinnovò, più intenso e bruciante, mentre cominciavano a muoversi in sincronia, una danza selvaggia di desiderio incontrollato.
Lui si perse in quella sensazione, il calore avvolgente di lei che lo stringeva come un invito irrinunciabile. Ogni spinta era un affondo nel piacere, un’onda che lo trascinava sempre più vicino all’apice. I loro corpi si muovevano con una frenesia crescente, il ritmo che accelerava senza freni, i respiri che diventavano ansimi disperati. Lei lo stringeva con le gambe, le mani che gli affondavano nella schiena, e ogni volta che lui affondava più a fondo, sentiva il proprio piacere crescere a dismisura, un punto di rottura che si avvicinava a ogni secondo.
Il piacere di lui era palpabile, un’escalation che lo faceva stringere i denti, trattenere i gemiti che gli sfuggivano dalla gola. Sentiva il proprio controllo vacillare, la tensione che si accumulava nei lombi, pronta a esplodere. Le spinte diventavano più intense, quasi disperate, un bisogno irrefrenabile di raggiungere il culmine insieme a lei. Quando sentì il corpo di lei irrigidirsi di nuovo, i suoi gemiti mescolati ai suoi, non riuscì più a trattenersi.
L'orgasmo lo travolse come un fiume in piena, ogni muscolo che si tese, un’ondata di calore che lo percorse fino in fondo, lasciandolo senza fiato. Si spinse ancora una volta, profondo, sentendo ogni pulsazione del proprio corpo rispondere al ritmo di lei, in un'unione che sembrava eterna e al tempo stesso fugace. Grugnì contro il suo collo, i movimenti che si fecero più lenti, scanditi dagli ultimi spasmi del piacere che lo consumava. I loro corpi tremavano all’unisono, il piacere che li attraversava come un’unica entità, lasciandoli svuotati e sazi.
Quando lei si alzò appena, il respiro ancora affannoso, sentì il calore dell'orgasmo di lui che scendeva lungo le sue cosce, mescolandosi al proprio piacere. Una sensazione che la fece rabbrividire, aggiungendo un’ulteriore scarica di eccitazione che sembrava infinita. Il liquido caldo scivolava lungo la pelle, un promemoria tangibile e sfacciato di quel momento condiviso, amplificando il loro legame carnale in un’intimità senza filtri.
La mano di lui scese tra le sue gambe, dita che si insinuarono tra le cosce ancora umide, senza esitazione. I suoi movimenti erano lenti all’inizio, quasi a voler prolungare quel contatto, ma si fecero presto più intensi, esplorando con una determinazione che non lasciava spazio alla tregua. Lei sospirò, la schiena che si arcuava involontariamente, ogni tocco un nuovo impulso che riaccendeva la fiamma appena spenta. Ogni movimento era un invito a lasciarsi andare ancora, a non trattenere nulla.
Le dita di lui si mossero con precisione, disegnando cerchi sempre più rapidi e decisi, scivolando su quella miscela di piaceri che raccontava tutto di loro due. Lei trattenne il fiato, il corpo che rispondeva con piccoli tremiti e gemiti spezzati, come onde che si infrangevano contro la sua volontà. La sabbia sotto di lei si spostava leggermente a ogni scossa, il suo viso sollevato verso il cielo mentre si lasciava trasportare dall’estasi crescente.
Fino a quando, con un ultimo, profondo gemito, il suo piacere esplose di nuovo, questa volta in un atto finale di liberazione. Uno schizzo caldo e improvviso che bagnò la sabbia, un ultimo segno indelebile di un piacere sfrenato, incontrollato, puro. Lei rimase lì, respirando forte, il corpo esausto ma ancora pervaso da brividi di piacere residuo, mentre le dita di lui si ritiravano lentamente, ancora intrise della loro passione.
Si guardarono per un lungo istante, senza parole, i loro corpi ancora tremanti e segnati da quell’incontro travolgente. Intorno a loro, il vento continuava a soffiare lieve, portando via i suoni dei loro gemiti ma non il ricordo di ciò che era appena accaduto. Tra le dune deserte, avvolti dalla luce calante del tramonto, avevano vissuto qualcosa di unico e irripetibile, un segreto che sarebbe rimasto tra loro e quella spiaggia selvaggia, nascosto tra le ombre e la sabbia che ancora custodiva i segni del loro piacere.
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